Le funi. I cavi di armamento delle varie attrezzature nel passato erano realizzati da cordai che avevano le loro botteghe nell’immediato entroterra.
Le funi necessarie ai pescatori erano principalmente di canapa, successivamente anche di cocco. Le fibre sintetiche sono intervenute dopo gli anni ’60.
I sugheri. I galleggianti delle reti, ossia natelli, di forma circolare, realizzati con il sughero, venivano realizzati dagli stessi pescatori utilizzando la corteccia dell’omonima quercia che, sporadicamente, proveniva dalla lontana Sardegna in grosse balle di materiale grezzo. Successivamente, con l’arrivo delle reti già tessute dai fornitori del bresciano, anche i sutri venivano importati già pronti.
Un altro utilizzo del sughero era per costruire le grosse boe galleggianti di segnalazione delle reti.
I pesi. La zavorra utilizzata nella parte inferiore della rete era realizzata con piccoli pesi di terracotta, di forma ovoidale, con un foro longitudinale centrale.
I fornitori erano i figuli di Lucugnano, frazione di Tricase, dove si era insediato un piccolo ma attivissimo distretto della terracotta, che riforniva tutte le comunità di pescatori del Capo di Leuca. Successivamente, si cominciarono ad utilizzare i piombi.